Ventidue anni senza Mauro
Eccoci giunti al Ciao Mauro del ventiduesimo anno senza Mauro Rostagno.
Ancora una volta l’intera comunità trapanese si raccoglie nella memoria del proprio figlio adottivo che le è stato portato via dalla violenza mafiosa.
Il 2010, secondo le speranze dei familiari di Mauro e di tutti noi, avrebbe dovuto essere l’anno del processo agli assassini di Mauro. Agli esecutori materiali e ai mandanti, ma non solo.
Dopo quasi vent’anni di indagini ad intermittenza, perlopiù inconcludenti, dopo depistaggi e varie cialtronerie giudiziarie.
Dopo la nostra raccolta di 10.000 firme sull’appello al Presidente della Repubblica per la verità sul caso Rostagno,
-esattamente il 23 maggio dell’anno scorso- c’era un fatto giudiziario concreto che
-pensavamo- ci avrebbe portato al processo Rostagno in tempi relativamente brevi.
Abbiamo preceduto l’inizio del Ciao Mauro di quest’anno, proiettando l’inchiesta realizzata da un giornalista di Rai News 24 –Mario Forenza- che ha descritto bene questi lunghi anni.
Il difetto di questa storia è che l’inchiesta di Rai News 24 è stata mandata realizzata e mandata in onda l’anno scorso, alla fine di settembre. E noi ve l’abbiamo proposta a distanza di un anno, consapevoli che in questo anno non è successo assolutamente nulla di nuovo e che, di conseguenza, si tratta di un materiale giornalistico attuale, ancorché non fresco di giornata.
Non vogliamo con questo esprimere sfiducia nei confronti degli inquirenti e di una magistratura, la quale, spesso negli ultimi anni, ha saputo adoperarsi in maniera egregia contro le mafie e le criminalità economiche del nostro paese.
Vogliamo però esprimere perplessità per il lavoro non fatto, o fatto male.
Vogliamo far sapere loro che li sollecitiamo a far bene e presto.
Vogliamo anche criticare i ritardi, le distrazioni e i tatticismi.
Dopo tanti anni non abbiamo più pazienza, e non ci piace il balletto delle novità e delle indiscrezioni che puntualmente spuntano qualche giorno prima di ogni anniversario, come è successo anche quest’anno.
Vogliamo fatti concreti.
Se esistono gli elementi per affrontare il processo lo si istruisca subito. Altrimenti si mettano in campo tutte le energie possibili -e quelle impossibili- per svolgere le ulteriori indagini necessarie.
Le conseguenze di questa altalena di situazioni creano sfiducia tra i cittadini.
Soprattutto tra i 10.000 cittadini che in maniera consapevole si sono rivolti al Presidente della Repubblica, il quale ricevendo notizia dell’appello, si è sottratto ad esso, affermando che ormai il caso era risolto.
Invece non è così. E a tutt’oggi non sappiamo quando sarà così.
Peraltro la notizia del trasferimento del Capo della Squadra Mobile di Trapani Linares non ci piace affatto, come tante altre notizie di trasferimenti di magistrati esperti di grandi inchieste di mafia, o di smembramenti di uffici e quanto altro ancora.
Come dice giustamente Maddalena Rostagno “crederò al processo soltanto il giorno in cui metterò piede nell’aula del tribunale”.
Quel giorno, cara Maddalena, entreremo tutti con te in quell’aula di tribunale, ma fino a quel giorno la nostra fiducia nella magistratura e in questo stato non sarà una cambiale firmata in bianco.
Dobbiamo trovare modi e forme per spronare e controllare il lavoro dei magistrati e degli inquirenti, per fare sentire la nostra pressione, l’apprezzamento per il lavoro svolto e lo sdegno per i ritardi, le distrazioni e i depistaggi.
Purtroppo nel nostro paese spesso queste sono storie di ordinaria quotidianità.
Per questo, ricorrendo quest’anno il 30° anniversario della strage di Ustica, abbiamo voluto stringerci intorno ai familiari trapanesi delle vittime trapanesi di quell’atto di guerra non dichiarata che si è svolta nei cieli dell’isola di Ustica.
Per la prima volta nella storia di Ciao Mauro ci siamo occupati di un fatto non strettamente legato a Mauro Rostagno.
A luglio di quest’anno, infatti, abbiamo organizzato un incontro con “l’Associazione dei familiari delle vittime di Ustica” e con il loro portavoce nel mondo, il cantautore Pippo Pollina, il quale ha composto un’opera meravigliosa in memoria di quelle vittime innocenti.
Ancora una volta abbiamo voluto mettere insieme la memoria dei nostri cittadini, la loro sofferenza e la loro indignazione affinché non accada mai più che il potere possa prevaricare le loro vite, possa distruggerle e farne ricchezza di soldi, di beni materiali, di ulteriore potere politico-mafioso.
Tutto questo per accumulare forza e fiducia in un cambiamento possibile e necessario.
Abbiamo immaginato insieme a questi concittadini un percorso comune, ormai siamo una cosa sola e lavoreremo insieme nel futuro, e questo ci rende a dir poco felici.
L’altro film corto che vi abbiamo proposto -“Il fiore triste di Lenzi” di Renato Lo Schiavo- è un’opera poetica che lamenta l’assenza di Saman dal posto dove è stata pensata, e cioè dal baglio di Lenzi. Grazie alla pregevole fatica di Renato possiamo introdurre un tema che ci sta molto a cuore.
Come è noto Saman conduce da alcuni anni una vertenza legale che, fra l’altro, riguarda anche la proprietà di quel posto.
Per il momento Saman non è più lì, ma spera di tornarci presto e noi ce lo auguriamo.
Al nostro disappunto per l’assenza di Saman da quel posto, si aggiunge il fatto che in questo momento il baglio è totalmente abbandonato. Siamo preoccupati che, perdurando questo stato di cose, il suo degrado aumenterà con il passare del tempo, e la collettività trapanese subirà una ulteriore perdita, anche di memoria, ma non solo.
Ovviamente Ciao Mauro non ha il compito di offrire soluzioni, né legali, né politiche, né di qualsiasi altro tipo. Non è semplicemente il nostro compito.
Ciò che ci preme affermare, sapendo di trovare d’accordo ogni singolo cittadino trapanese, è che il baglio di Lenzi deve tornare a vivere insieme alla comunità Saman, e deve essere restituito ad un uso sociale e collettivo.
In pratica deve essere restituito alla collettività trapanese.
Abbiamo registrato con grande favore la presa di posizione recentissima del Sindaco di Valderice Camillo Iovino, il quale ha dichiarato la sua volontà di restituire ad un uso collettivo e sociale il Baglio di Lenzi. E’ intenzione di quel Sindaco, almeno nel dichiarato di questi ultimi giorni, proporre al Consiglio Comunale di Valderice alcuni atti deliberativi che vanno in questa direzione.
Al sindaco abbiamo suggerito di coinvolgere in un concorso di idee sull’uso di quella struttura, l’intera collettività, gli ordini professionali (Architetti ed Ingegneri), il mondo delle associazioni e del volontariato. Siamo stati rassicurati che così sarà fatto.
Noi siamo contenti che la consapevolezza di questa necessità si faccia strada tra gli amministratori locali, e cercheremo in tutti i modi di sollecitare i cittadini a partecipare a questo concorso di idee.
Vigileremo anche che il dichiarato venga poi realizzato, perché ciò che ci preme è salvare fisicamente il baglio di Lenzi, restituirlo alla presenza di Saman e utilizzarlo per scopi di interesse collettivo e sociale.
Quello di oggi è un Ciao Mauro particolarmente ricco.
Ancora una volta abbiamo messo insieme tanti frammenti di tante cose.
Abbiamo coinvolto a vario titolo circa 50 giovani artisti, chiedendogli di fare le cose che gli piacciono, ispirandosi a Mauro e al suo lavoro. Loro lo hanno fatto e lo hanno fatto molto bene.
Stamattina al cimitero Liliana, Teremoana ed Enzo ci hanno commosso.
Oggi pomeriggio gli attori della Lunae Dies sono stati fantastici.
Stasera sarà lo stesso anche con le ballerine di Arabesque e le canzoni del Trio Piscopello.
Grazie ragazzi. Siete bravi e generosi, complimenti per quello che fate e per come lo fate.
Tutti i frammenti di questo Ciao Mauro sono collegati alla grande novità di quest’anno: il fumetto!
Tre ragazzi siciliani (due trapanesi e un palermitano) hanno portato a termine una grande avventura. Hanno scritto un libro a fumetti sulla vita di Mauro.
Fra pochi minuti gli autori, Giuseppe, Marco e Nico, ne parleranno con il giornalista Giacomo Di Girolamo che condurrà questa chiacchierata, che rappresenta la presentazione ufficiale del libro in prima nazionale.
Maddalena Rostagno, entusiasta del fumetto, ha collaborato insieme a Chicca e a Carla alla sua scrittura e voleva essere qua con noi stasera. Glielo hanno impedito i problemi di questi giorni a Punta Raisi e la gravissima malattia della gatta di Pietro.
Il figliolo di Maddalena, infatti, è molto triste e la sua mamma non se l’è sentita di lasciarlo in un momento così particolare. Auguri a Pietro, alla sua gattina e alla sua mamma.
Ovviamente del fumetto ne diranno tanto loro fra poco.
Vorremmo solo sottolineare che chi leggerà il libro si accorgerà della sproporzione di interesse che gli autori hanno riservato, in modo certamente inconsapevole, alla vita “bianca” di Mauro, quella trapanese. Questo è successo non solo perché loro sono siciliani e la sentono più vicina, ma perché è quella più vicina alla nostra sensibilità di contemporanei.
Mauro, infatti, si era reso conto molto prima di tanti altri che la vera rivoluzione si fa qui, combattendo la mafia. In modo molto semplice e naturale, facendo bene le cose che ciascuno fa nella sua vita, chiedendo e pretendendo che, prima si stabiliscono delle regole condivise, e poi le si fa rispettare.
Va da sé che non è un caso che discuteranno del libro persone che hanno meno di quarant’anni, perché lo abbiamo scelto consapevolmente.
La generazione precedente aveva combattuto una lotta nuova con abiti vecchi, come dice Adriano Sofri nella prefazione al libro, e Mauro lo aveva ben compreso.
Ecco perché iniziò quel viaggio di ricerca che lo condusse a Trapani a fare quello che ha fatto, e lo condusse ad attraversare le generazioni, dimostrando una sintonia straordinaria con i ragazzi di oggi. Anche con chi ha scritto questo libro e con chi lo discuterà.
L’unico rammarico di questa giornata è che registriamo una ulteriore grande assenza.
Avremmo voluto che a discutere del libro ci fosse anche chi ha scritto la post-fazione del libro stesso: Benedetta Tobagi. Non ha potuto essere con noi perché impegnata in altre attività all’estero.
Le sue parole sulla vicenda umana di Mauro sono cariche di curiosità, intelligenza e di una profondità straordinaria. Benedetta, che fu colpita negli affetti più profondi dal terrorismo degli anni di piombo - per chi non lo ricorda Lei aveva tre anni quando uccisero suo padre, il giornalista Walter Tobagi - in poche righe dimostra di comprendere anche le cose a lei -milanese- in un certo senso più distanti, quelle per così dire “trapanesi”.
Dimostra di percepire esattamente il rapporto che si era creato tra Mauro e la sua città di adozione.
Certi passaggi sembrano scritti da noi di Ciao Mauro, da noi cittadini trapanesi consapevoli e responsabili. Eccone uno in particolare.
“Da RTC Mauro parla ai trapanesi, denuncia gli scandali, mette alla berlina i politici corrotti, mostra le coste sfregiate dalla spazzatura, perché i suoi ascoltatori prendano coscienza dei problemi, trovino l’energia per “disintossicare” la propria terra e acquisire fiducia nella possibilità di cambiamento e di una liberazione da un sistema politico-mafioso che è la negazione del progresso sociale.”
Grazie Benedetta. Tu cogli a pieno il significato del nostro lavoro.
La parola chiave è “fiducia”, perché i mafiosi e i potenti loro alleati vincono se i cittadini hanno paura.
Perdono se tutti noi abbiamo fiducia.
Grazie a tutti.
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